La copertina del mio libro sui “Memorabili vicentini” con il quadro di Canaletto “Capriccio con edifici palladiani”

 

 

 

 

Al link di seguito potete leggere l’intero libro 

a Memorabili vicentini_Seconda edizione

 

In queste pagine troverete 50 vicentini contemporanei raccontati attraverso interviste o ritratti.

Gli articoli sono apparsi in questi tre anni di vita de “Il Vicenza”, progetto editoriale di cui sono

il coordinatore dal febbraio 2021 all’interno del gruppo veneto “La Piazza”. In massima parte

sono l’autore dei pezzi, con qualche aiuto di chi scrive (o ha scritto) sul

mensile: Luca Matteazzi, Sara Panizzon, Silvio Scacco. C’è anche un ospite

illustre come Luca Ancetti, al tempo direttore de “Il Giornale di Vicenza”,

che ha firmato l’intervista a Madame. Naturalmente, troverete gli autori

debitamente citati.

Ho voluto intitolare questa raccolta “Memorabili vicentini” in ricordo

di altri “Memorabili”, quelli scritti da Giovanni da Schio grossomodo

duecento anni fa e rimasti a fotografare la sua Vicenza. A lui, dopo due

secoli, si fa ancora riferimento per capire storie e personaggi del tempo.

A differenza sua non ho, come si dice, il pennino intinto nel veleno però

chissà che questo libro abbia la stessa fortuna e serva in futuro a capire

qualcosa della Vicenza e della cultura di questi anni.

È stato proprio questo l’interesse che mi ha spinto – spesso, se non

sempre – a scegliere gli interlocutori oppure a interessarmi di qualcuno:

ho cercato di approfondire i vari temi legati alla vita di questa tormentata

città, ai suoi problemi, al suo futuro. Ne sono uscite riflessioni interessanti,

che mettono in luce i pregi (pochi) e i difetti (molti) di Vicenza e dei

vicentini. Siccome oramai sono oltre 40 anni che mi interesso da cronista

della vita vicentina, posso dire che da questi dialoghi esce un contributo

interessante alla comprensione della sua anima e dei suoi guai. Emerge,

in particolare, l’immagine di una città in preda alle doglie: qualcosa

vorrebbe nascere, ma spesso non ce la fa. Insomma, c’è più desiderio di

cambiare che forza convinta a spingere per voltare pagina. Spesso non c’è

la consapevolezza condivisa di agire assieme: ma la mancanza di senso

civico comunitario, com’è noto, è un vecchio problema dalle nostre parti.

Nei 50 ritratti non troverete politici né potenti: è una scelta, non è

un caso. Ho voluto comunque dare spazio a chi ha qualcosa da dire e a

chi solitamente non è presente sui media. In queste pagine sono presenti

trasversalmente tutte le generazioni: da coloro che hanno ancora il numero 2

a indicare gli anni (Alberto Piovesan, Gabriele Strata) agli ultranovantenni

come Cleto Munari e Giorgio Sala. Magari arrivare come loro così avanti

nel rigirare la clessidra. In mezzo, sono rappresentate tutte le decadi.

Gli articoli sono riprodotti esattamente come sono stati pubblicati, senza

aggiornamenti. E, credetemi, non perdono di efficacia. Per molte persone

la mia è stata la prima intervista della vita, benché siano anche personaggi

d’esperienza e con rilevanti posizioni sociali o traguardi raggiunti. Il che

mette in luce un altro aspetto del carattere vicentino che vale la pena

indagare: la riservatezza.

Di altri, invece, che magari non entrano nel dibattito sul presente e sul

futuro di Vicenza valeva la pena raccontare proprio quello che sono, a

motivo di scelte di vita o di capacità dimostrate.

Avviso che questi 50 ritratti non esauriscono la schiera dei “Memorabili

vicentini”, che potrà contare (almeno) su un nuovo libro. Di sicuro vale

per tutti una bella frase di Enzo Biagi che ha riservato alle sue migliori

interviste: “Siamo orgogliosi di essere loro contemporanei”.

 

a. d. l.